Terrano è Farmacia

27 Marzo 2019

Il Terrano è Farmacia. Certamente sì!

Il Terrano è una religione, liquido corposo frutto della terra di origine, naturalmente ricco di proprietà organolettiche, tipiche dei vini con sapori molto marcati e densi. L’etimologia del nome probabilmente viene dal tedesco “ter” che significa “catrame” nome acquisito dal dominio austro-ungarico presente in epoche passate nella zona del Carso . In passato inoltre, veniva venduto in farmacia come cura per gli anemici e le puerpere: ricchissimo in ferro, polifenoli e antociani.

La terra rossa del Teran

È un vitigno speciale a bacca rossa  autoctono friulano, il Terano (come viene chiamato qui) ed è parte della frastagliata famiglia dei vari Refosco o Refosk. È un vitigno molto antico, la cui coltivazione era conosciuta già dai Greci che lo chiamavano Pictaton che ne apprezzavano le qualità nel vino e lo consideravano proveniente dall’Adriatico meridionale. Ma questa presunta origine non trova nessun riscontro e probabilmente si deve attribuire riferita più alle prime colonizzazioni elleniche in Italia ma non alla diffusione di questo vitigno. Infatti il vitigno si diffuse poi in Romagna con il nome di Cagnina. Un vino che spesso rimane in ombra rispetto ai suoi fratelli Malvasia Istriana e Vitovska, belli rotondi ed aromatici e di assoluta bellezza ma, a mio avviso è lui il vero protagonista. Difficile trovarne di cosí ben fatti come lo produce Tavčar: la sua interpretazione attuale, quella migliore, coniuga i tratti originali del varietale con un affinamento che ne smussi le eccessive durezze, arrotondi i tannini, senza usare troppo il legno, cosa che renderebbe il vino piuttosto caricaturale, eccolo che si dimostra energico, ben definito, in cui l’acidità nervosa del vitigno si fonde con note di cioccolato e prugna.

A Gorjansko, la Gorjanka

Pianta centenaria di Malvasia

Amo questa terra, mi ha sempre ispirato fascino e maestosità.

Sto parlando sempre del Carso, in Slovenia, il quale determina la discontinuità tra la pianura veneto-friulana ed i Balcani. Qui, l’agricoltura e con essa la viticoltura sono sempre state vissute ed interpretate nel segno della sussistenza: riuscire a trarre ortaggi, verdure e vino da un terreno difficile, che soggiace a degli agenti atmosferici così estremi quali la Bora (il vento gelido di provenienza russa) e le torride estati, è veramente ragguardevole.

Un po’ di eroismo, quindi, i viticoltori carsici lo hanno e lo fanno trapelare nei loro stessi vini: in essi risiedono le capacità di essere diretti, privi di orpelli, franchi con se stessi per esserlo poi con gli altri.

In questo solco tracciato nella terra rossa carsica, troviamo Marko Tavcâr, Vini Pietra. Prima di tutto un amico, convinto che la monocultura (anche in ambito vinicolo) impoverisca il territorio. Il vino non è rilevante se non contestualizzato nell’ambiente in cui l’uomo vive, rispettando la biodiversità di cui la terra rimane il solo ambasciatore. E questo ambiente si chiama Kras, il Carso, che è più argilloso rispetto a quello italiano.

Marko dispone di un grande cuore onesto, di occhi svegli per seguire l’eleganza della natura e non spreca mai una parola. E tutto questo lo ritroviamo nei suoi vini: Vitovska, Malvazijia e Teran. Che siano rossi o bianchi, riserve o meno, tutti trasmettono verticalità, sapidità (con note iodate incredibili), eleganza e corpo. La sua attività vinicola è paragonabile al kyudo (disciplina giapponese del tiro con l’arco): lui passa il tempo a cercare la perfetta traducibilità della sua terra nei suoi vini e lo fa senza concedersi tregua o inventandosi scuse. Se non gli piace, non presenta il vino!

Dimora a Kreplje (il cui etimo, in sloveno, rimanda alla pietra), vicino a Dutovilje – Slovenia – con boschi di latifoglie e conifere che interrompono doline e piccole piane pietrose. Dispone di due ettari propri, ubicati tra Kreplje, Dutovlje e Gorjiansko, e di circa un altro ettaro in affitto.

Krepljie è vocata per i bianchi: 60 cm di terra e subito affiora la roccia calcarea – la “pokarbonata”- in cui si incuneano le radici di Vitovska e Malvasia. Il Terrano, invece, che abbisogna di molta terra e di argille, prolifica a due km circa di distanza.

Non c’è spazio per la tecnologia nella sua “enosophia” bensì solo una modesta quantità di solforosa, solo al bisogno.

Ecco a voi la nostra nuova azienda, appena arrivata in famiglia Arkè! Marko Tavčar Vini Pietra.

Marko nella sua cantina

La vigna in inverno durante la nostra visita

La Cantina

 

I

Matej Svara, nuovo produttore per arké, il primo dalla Slovenia, arrivato a farsi conoscere direttamente durante questa edizione di VinNatur, il lunedì di Villa Favorita, portandoci i suoi vini: Malvazija, Vitovska e Teran.

 

Matej, che fa anche il cuoco, è un contadino che coltiva con caparbietà e passione le proprie vigne che si estendono per appena 1,3 ettari a Komen, sul Carso sloveno, ed imbottiglia i suoi vini dal 2010. Lavora in maniera spudorata e ribelle, in cantina infatti non usa nulla, se non il succo delle sue uve: nessun tipo aggiunta e nessuna filtrazione, per vini che da giovani sono tesi e scorbutici, soprattutto i bianchi, ma che con il tempo si sanno allungare ed affinare molto bene.

Da subito la sua scelta su come lavorare è stata legata al metodo biodinamico, seguendo il calendario di Maria Thun e i metodi biodinamici, per lavorare una terra molto particolare, il Carso, con poca profondità ma grande capacità espressiva.

 

 

La ricerca di un produttore di questa zona per noi dura ormai da qualche anno, dalle prime visite ai tre mostri sacri di questa zona, ovvero Vasja Cotar, Benjamin Zidarich e Marko Fon, che negli anni ci hanno raccontato del Carso e dei suoi vini…e ce ne siamo innamorati, soprattutto del Terrano e della sua apparente impenetrabilità: acidità impressionante, tannico ma freschissimo e dai profumi fruttati, dai frutti rossi di bosco all’arancia…una bomba!

Ed i bianchi, l’aromaticità e la pienezza della Malvasija, la profondità e la mineralità della Vitovska, entrambi da scoprire sia a pressatura diretta, sia in macerazione con le bucce.

 

Abbiamo scoperto e trovato il buon Matej con non poche difficoltà perchè fa davvero pochissimo vino e a Trieste praticamente nessuno lo conosce, tranne il nostro uomo di fiducia in città, Alberto, che l’ha scovato, ce lo ha fatto assaggiare e conoscere e ci ha aiutato a redigere la descrizione dell’azienda e dei vini. Grazie Alberto!

 

 

Una breve descrizione del Carso e del suo terreno:

Il Carso è situato in una zona peculiare dove troviamo clima nord-continentale da un lato, con i suoi forti venti provenienti da nord-est (la famosa Bora) e dall’altro un clima temperato di tipo mediterraneo. Una delle caratteristiche principali di questo paesaggio è quella di non avere presenza di rete idrica superficiale, cosa che anche solo visivamente richiama l’attenzione e appare come terra sassosa, arida e arcigna. Le rocce presenti sono prevalentemente calcaree e dolomitiche. La loro formazione, iniziata circa 120 milioni di anni fa, è dovuta alla sedimentazione di microrganismi (animali, vegetali e molluschi) in un vasto mare di acque tiepide e poco profonde, che si estendeva per gran parte dell’odierna Europa e di cui il Mediterraneo rappresenta il lembo estremo.
I resti di questi microrganismi, depositandosi sul fondo marino, formarono una fanghiglia bianca che, sotto il peso delle acque si solidificò formando la pietra.
Nel corso dei millenni, i fondali marini affiorarono in superficie a causa delle spinte che hanno determinato la formazione delle catene montuose. Esposto all’azione delle acque superficiali e degli agenti atmosferici negli ultimi 15-20 milioni di anni, il Carso è stato modellato nelle forme più bizzarre che lo rendono unico al mondo.