Una nuova collaborazione per Arkè: scendiamo nel Sud, e precisamente nella “punta” del nostro stivale circondata da ben due mari, il Mar Tirreno e il Mar Ionio : dalla Calabria vi presentiamo Masseria Perugini. Loro sono Pasquale, Daniela e Giampiero i quali lavorano, in provincia di Cosenza, producendo vino, olio, fichi, agrumi, grano, farine e molto altro. Una vera Azienda Agricola a tutti gli effetti.

“E’ solo da un incontro di anime che prendono vita i sogni…” questo è il motto.

La storia di Masseria Perugini parte come impresa individuale guidata da Pasquale Perugini che, una volta completati gli studi in economia e commercio, decide di seguire personalmente la gestione dell’azienda di famiglia. Il sogno cerca realizzazione qualche tempo dopo, creando l’Azienda Agricola Masseria Perugini, azienda in biologico dal 1998, ben prima che l’andazzo biologico nel mondo in generale prendesse piede, dove spesso il concetto di coltivazione bio viene distorto e travisato, e concepito soltanto come scopo commerciale: invece qui, da Pasquale trova radici oneste e profonde.
Ad oggi la gestione del vigneto e della cantina viene condotta da due Daniela De Marco e Giampiero Ventura.
L’entusiasmo dei nuovi collaboratori colpiscono Pasquale e dopo poco tempo la collaborazione si fa più ampia ed intensa, fino a sfociare in un vero e proprio sodalizio professionale!

Daniela al lavoro in cantina

Nuove etichette vengono prodotte ed anche nuovi metodi di fermentazione dei mosti e affinamenti per le uve di Mantonico, Malvasia Bianca, Guarnaccino, Magliocco e Greco.

Eccovi la presentazione ufficiale dell’azienda:

” Masseria Perugini è una piccola cantina situata nella bella Calabria, in provincia di Cosenza, nella contrada Prato: questa particolare zona compare per la prima volta in una pergamena datata 31 marzo 1065, dove vi erano segnati i territori di proprietà dell’Abbazia della Matina, area che attualmente possiamo definire quindi “storica”, per la coltivazione della vigna.

Masseria Perugini coltiva la vite in un territorio vivo e ricco di biodiversità, collocato geograficamente tra il Parco Nazionale della Sila e quello del Pollino, tra le morbide colline di altezze tra i 200 e i 400 mt con terreno composto prevalentemente da argilla e calcare, ed un ottimo microclima ventilato. Il proprietario storico è Pasquale Perugini ed è una delle realtà più attive della provincia di Cosenza, fin dagli inizi dello scorso secolo, per quanto riguarda la produzione di olio, fichi, agrumi, grano e farine e per l’allevamento di pecore.
Nel 1998 l’azienda si converte al biologico, ben prima quindi, che potesse divenire “una moda”, e lo eleva al massimo livello, considerando questa via come unica da intraprendere per valorizzare territorio e sensibilizzare, oltre che rispettare, il consumatore finale.

Nel 2015 avviene un’importante svolta all’interno della gestione dell’azienda: si inseriscono Daniela e Giampiero con metodi produttivi freschi e giovanili, producono insieme i vini che possiamo tutt’oggi assaggiare. I vitigni piantati son quelli tipici della zona: Mantonico, Magliocco, Malvasia Bianca, Guarnaccino e Greco coltivate in modo naturale senza ausilio di prodotti chimici, pesticidi, erbicidi; la vendemmia rigorosamente manuale per rispettare il frutto dalla pianta al bicchiere, fermentazione spontanea e pochissima solforosa usata solo al bisogno ma che rimane comunque sotto ai 30 mg/l.

Un’altra meravigliosa realtà con cui siamo molto felici di poter collaborare!”

OSTE DI VINO VERO, VENEZIA

Abbiamo parlato con 6 osti di vino, del servizio e delle curiosità che si vivono da dietro al bancone quando si sceglie di proporre vini autentici, vivi, onesti, di territorio se preferite chiamarli cosí e il termine naturale non vi piace… e questo è la prima delle nostre interviste che troverete all’interno del nostro catalogo 2020: manca davvero poco alla sua pubblicazione e intanto ve ne regaliamo un piccolo “assaggio”!

Diego Carraro è un’amico di vecchia data e, Oste di una delle enoteche più belle e ben fornite di Venezia, Vino Vero dove lavora e collabora con il mondo dei vignaioli, raccontando la terra e il loro vino, con passione e bravura.

Enoteca diegoVino Vero

Ecco la sua intervista:

Quando hai bevuto la tua prima bottiglia di vino naturale e che effetto ti ha fatto?

Circa 7/8 anni fa, lavoravo all’epoca da Checco alla Cantina a Venezia, e mi ricordo che deve essere stata una Malvasia di Zidarich, vino stupendo, un frutto intenso e fresco allo stesso tempo, mi ricordo la freschezza e la velocità di beva era im- pressionante.
Da lì mi sono reso conto della differenza di vini completamente diversi da quelli che conoscevo e che ero abituato a bere.

Cosa non va o cosa cambieresti nel movimento dei vini naturali?

Innanzitutto sono stanco di sentire la parola VINI NATURALI, è stata usata troppo a mio parere, fino a creare non poca confusione. Io penso che questi siano semplicemente vini fatti con molto amore, passione ed umiltà, con delle ricette risalenti a prima dell’utilizzo della chimica enologica e dell’ industrializazione dell’agricoltura. Del mondo del vino che mi circonda e che consumo, non mi piace più vedere troppi vini molto molto giovani e ancora scomposti e non pronti. A mio pensiero non fa bene inserire nel mercato dei vini prematuri, che aspettando un po’ di più, si eleverebbero di qualità, alzando così l’asticella a questo movimento, a mio avviso ancora un po’ fragile.

Qual è stata la reazione più curiosa o bizzarra che ha avuto un cliente dopo aver degustato per la prima volta un vino naturale?

Di clienti nuovi ne ho avuti parecchi, ma mi ricordo molto bene il commento di un signore che, bevendo un bicchiere di vino che gli avevo consigliato, mi ha guardato in faccia e mi ha detto che gli ricordava i sapori e i profumi di un tempo, quando era giovane ed entrava nella cantina di suo nonno.
Una risposta così penso non la dimenticherò mai

Con questi vini non filtrati o col fondo, caraffa sì o caraffa no?

Con questi vini col fondo, che io chiamo MEZZEBOLLE, è sempre corretto che tutti possano bere allo stesso modo tutta la bottiglia, quindi penso che una girata sotto/sopra male non fa.

Parlaci di un vino che ami del nostro catalogo.

C’è un vino nel catalogo che adoro particolarmente, fatto da una persona veramente grande in tutti i sensi: è il Sauvignon Blanc di Franco Terpin, un vino che sembra una tisana che rispecchia il teritorio dove viene fatto, pur essendo un vitigno internazionale molto bistrattato. Il frutto in bocca e l’equilibrio di questo vino mi esalta e mi emoziona ogni volta che lo bevo.

Diego, Mathilde, Enrico ed Andrea de Il Moralizzatore, Alessandro de La Biancara in enoteca Vino Vero

Grazie Diego!

Il nostro Catalogo da molti anni dedica la parte finale ad una rubrica che noi chiamiamo ” Gli amici di arké ” per il valore intrinseco che ci lega ad ognuno di loro, un mix tra stima ed amicizia, vero motore capace di creare connubi magici.

Quest’anno abbiamo deciso di chiedere a 6 Chef italiani quale fosse il loro vino preferito e quale piatto della loro cucina ci avrebbero abbinato, ed abbiamo scoperto che a parlare sono sempre i ricordi e le emozioni.

Loro sono Chef con la C maiuscola che hanno scelto di collaborare felicemente ed attivamente con il mondo del vino naturale, e ne traggono moltissimi benefici, in quanto la realtà è più semplice di quanto si immagini, il vino buono (fatto come si deve) si sposa ed esalta ulteriormente la buona cucina. Punto. Nient’altro da aggiungere.

 

Oggi siamo a Venezia. La bellissima e magica Venezia, lui è Andrea Lorenzon, giovane ed intraprendente e pure “figlio d’arte” ( il papà è il mitologico Oste Mauro Lorenzon dell’Enoiteca La Mascareta). Amante del vino naturale all’ennesima potenza, sa cogliere ed esaltare quello che c’è di speciale nel vino e ne diviene veicolo comunicativo per tutte le persone che lo vanno a trovare a CoVino.

 

Ecco il piatto ed il vino che ha scelto di raccontare tramite Arké.

 

 

Il piatto scelto da Andrea da bere assieme al Vespaio’

 

“Abbiamo scelto di bere il Vespaiò dell’azienda agricola Il Moralizzatore per l’amicizia e l’amore che ci legano a Chicco ed Andrea. Giochiamo con un vino veneto da vitigno autoctono vicentino: la Vespaiola. Ci è sembrato interessante l’abbinamento con un nostro piatto tradizionale ma non banale: il saor che viene dedicato alle verdure di stagione e al pesce del mercato di Rialto. un piatto che mantiene sempre la stessa preparazione, marinatura con cipolla in agrodolce, uvetta sultanina e pinoli, servito con polenta biancoperla. Cambiando la stagionalità cambiano anche gli ingredientiche decidiamo di marinare. L’abbinamento gioca sulla regione Veneto, ma anche la bollicina “birichina” andrà a sgrassare la sensazione agrodolce del piatto. Io sono Andrea, condivido con voi la passione peril vino, mi ha trasmette gioia di proporre vini naturali che si legano alla forza dei produttori, ai territorie alla digeribilità! In cucina Michele Conforti dalla scuola Alma, da valorizzare lo spirito del TEAM: Anna (braccio destro) Giuseppe (braccio sinistro) Andrew in sala e vini; i quali danno amore e passione ogni giorno.

IL VINO: Vespaiò 2017  de Il Moralizzatore.

 

 

Vino bianco naturalmente rifermentato in bottiglia. Prodotto da uve 60% Vespaiola, 40% Tai bianco, raccolto e diraspato a mano con l’aiuto di piccole reti metalliche, rimane a contatto con la buccia per 6 ore e poi pressato e fatto affinare in botti di acciaio. Rifermentazione con il proprio mosto vitale. Vino beverino e interessante, ottimo sia da aperitivo che da tutto pasto.”

 

 

 

Francesco ed Andrea che mostrano la “madre” del recioto 2004 de La Biancara. Andrebbe dedicato un’intero articolo sul metodo di servizio che usa Andrea. Un Maestro!